venerdì 10 giugno 2016

Il PD costruisce Stadi

Il ballottaggio di Roma e la campagna elettorale da terzo mondo


Non è un segreto che il PD abbia una gran paura di perdere il ballottaggio di Roma con il M5S, e per vincerle si aggrappano ad una campagna elettorale da terzo mondo. Per chi conosce i Simpson, il frequente “Le Olimpiadi a Roma solo con il PD” forse ricorda “Muntu costruisce stadi”, slogan usato dal presidente Muntu (personaggio fittizio) per ammaliare i suoi connazionali prossimi alle elezioni (Simpson St.12 Ep.17). Una forte satira dei Simpson contro i governi e le dittature del terzo mondo, dove questi non si preoccupano di problemi reali, come la carestia e l'alto tasso di morte infantile, ma piuttosto preferisce attirare i proprio elettori con attrazioni inutili come quello che può essere uno stadio (totalmente inutile in una nazione di poveri e affamati). Renzi e il comitato olimpico quindi si sono abbassati a certi mezzi per conquistare il voto dei cittadini romani. Città come Boston, Amburgo e Oslo hanno deciso di far scegliere ai propri cittadini se partecipare alla candidatura Olimpica. In queste città (che non hanno il debito di Roma) ha vinto il NO. La realtà dei fatti è che invece di preoccuparsi di problemi reali, la classe politica italiana si interessa semplicemente alla compravendita di voti.
La puntata dei Simpson si conclude con il ritorno di Homer e famiglia a casa e con Muntu assistente di volo, uno sketch per ricordare che ogni gloria è passeggera.


mercoledì 8 giugno 2016

Libertà di parola sui Social Network

Facebook, Twitter, YouTube e Microsoft aderiscono a un codice di condotta
europeo contro l’incitamento all’odio

 
In questi giorni l'Unione Europea ha finalizzato un accordo con le principali aziende “social” per dare vita ad una serie di procedure chiare ed efficaci per esaminare le segnalazioni di messaggi xenofobi, razzisti o che contengono istigazioni all’odio e a rimuovere i commenti incriminati entro 24 ore.
Non c'è dubbio che i social network sono l'arma principali di gruppi terroristici per diffondere il loro credo, quindi discorsi di odio e violenza. L'esecutivo dell'Unione Europea ha quindi deciso di apportare uno codice di condotta da apportare sui social, che racchiude un elenco di impegni per arginare la diffusione dei messaggi di razzismo e xenofobia. Il commissario della giustizia, i consumatori e la parità di genere dell'Unione Europea, Věra
Jourová ha annunciato “i recenti attacchi terroristici hanno ribadito l’urgente necessità di combattere l’illecito incitamento all’odio online. Purtroppo i social network sono uno degli strumenti usati da gruppi terroristici per radicalizzare giovani adepti e dai razzisti per diffondere l’odio e la violenza”. Secondo Jourová il codice di condotta rappresenta un importante passo avanti per garantire che la rete rimanga un luogo aperto all’espressione libera e democratica, nel rispetto dei valori e delle normative europee.
Da molti gruppi questa mossa della commissione sembra una mossa orwelliana, e chi conosce il romanzo sa quanto sia importante avere un senso critico che non sia un dettame di normative europee. Inoltre, gruppi di parlamentari che sostengono la libertà di informazione e informatica, hanno definito la questa mossa “deplorevole”, e in oltre hanno aggiunto che sicuramente daranno battaglia per cambiare la legge in proposito. Inoltre le aziende in questione si impegneranno di formare una classe di “editori fidati” per denunciare i contenuti ritenuti pericolosi. I governi e le aziende lavoreranno a stretto contatto per evitare comportamenti inappropriati e pericolosi.
Senza ombra di dubbio tutti sanno che gruppi terroristici come l'Isis possono diffondere il loro credo attraverso i social network, infatti migliaia di account sono stati chiusi su Twitter negli ultimi mesi. Però tale legge è un'arma a doppio taglio, oltre ai contenuti xenofobi e razzisti, nel tempo possono essere altri i messaggi censurati nel nome dei “valori dell'Unione Europea”, come ad esempio un pensiero critico o semplicemente qualcosa che possa smuovere lo stato di ibernazione in cui molti stati Europei si trovano in questo momento. La censura è l'arma più potente di ogni dittatura.

Siamo veramente disposti a rinunciare alla nostra libertà di pensiero per la nostra “sicurezza”?